Sulle basi di quanto sopra riportato, passiamo ora alla parte più pratica della teoria delle onde di Elliott. Sicuramente non è una figura semplice da individuare nel mercato, ma sarebbe ancor più difficile riuscire a fissare dei target senza le percentuali di ritracciamento di Fibonacci, infatti, Elliott utilizza alla base della sua teoria proprio la serie del matematico pisano. Come detto, ad ogni onda impulsiva, ne consegue una correttiva in direzione opposta a quella del trend principale, e questi ritracciamenti all’interno delle onde di Elliott (nel caso delle onde impulsive parliamo quindi dell’onda 2 e dell’onda 4) rimbalzano proprio sulle percentuali di Fibonacci più significative (38,2%, 50%, 61,8%).
Per fare qualche esempio operativo:
Dopo aver individuato la 1^ e la 2^ onda impulsiva, è possibile pensare ad un’operazione rialzista all’interno della 3^ onda. Una volta impostata un’entrata adeguata, potrà essere fissato lo stop loss poco prima del bottom della 1^ onda ed un target che, considerando la correzione della 4^ onda, punti al top della 3^ o della 5^. Allo stesso modo, durante la fase correttiva, si possono sfuttare diverse occasioni operative. In uno zig-zag, per esempio, la lunghezza della gamba A è spesso uguale a quella dell’onda C, e approfittando di questa caratteristica è possibilie operare al ribasso sul top dell’onda B. Alternativamente è possibile aspettare che la correzione finisca per riprendere il trend principale.