STOCASTICO

1. STOCASTICO

“Indicatori e oscillatori sono degli strumenti dell’anaIisi tecnica, utilizzati dai trader per riconoscere i migliori punti d’entrata e d’uscita dal mercato”

Che cos’è?

L’oscillatore Stocastico, nasce nel 1970 dall’intuizione dell’analista tecnico George Lane. Questo oscillatore, esprime la vicinanza ai massimi o ai minimi in un dato periodo (solitamente l’indicatore è settato di default a 14 periodi) alla chiusura di una sessione di movimento del prezzo (per esempio la chiusura di una candela). Questa caratteristica dello stocastico, permette di riconoscere un trend rialzista nelle chiusure vicine ai massimi, e viceversa un trend ribassista quando si hanno chiusure vicine ai minimi.

Come si costruisce e come si utilizza?

Senza riportare il calcolo delle variabili che formano graficamente lo stocastico, in quanto ogni piattaforma di analisi tecnica genera automaticamente l’algoritmo necessario, ci limiteremo a dire che il rapporto fra il valore attuale del prezzo e i livelli di massimo e di minimo in un dato periodo, da come risultato il valore %K, dal quale si costruisce la media di %K, ovvero %D.

In linea generale questi due valori vengono impostati di default a 14 periodi il primo e a 3 il secondo, generando così due medie mobili all’interno di un canale con ampiezza da 0 a 100 punti. In questo canale si identificano due zone, anch’esse impostate con valori standardizzati, una di ipervenduto (fra 0 e 20 punti) ed una di ipercomprato, (fra 80 e 100 punti).

Il movimento dell’oscillatore stocastico, è per l’appunto oscillatorio, infatti ha la tendenza a muoversi passando continuamente dalla zona di ipervenduto a quella di ipercomprato e viceversa. Come principio generale, quando le due medie escono dalla zona di ipercomprato o di ipervenduto anticipano l’inversione di tendenza del prezzo o comunque un cambio direzionale. Detto ciò, è bene ricordare che non si tratta di una regola, infatti, come qualsiasi altro indicatore od oscillatore, anche lo stocastico può servire dei falsi segnali, ragione per la quale la sua interpretazione va sostenuta con l’analisi tecnica e la concordanza di altri indicatori.

NB Anche se l’impostazione di default dello stocastico è generalmente 14, 3, 3, un ampia fetta di trader ed analisti predilige l’impostazione a 20, 5, 5. Ad ogni modo la scelta delle impostazioni può essere più o meno utile anche in base alla vostre strategie operative.

Applicazione nelle fasi laterali

Durante la fasi laterali, il mercato tende a creare massimi e minimi più o meno di pari livello, e in questa particolare fase lo stocastico trova forse la sua applicazione più intuitiva.

In questa immagine infatti è possibile notare come lo stocastico ci possa dare un’idea anticipata di ciò che farà il prezzo, ma perché questo oscillatore esprima al massimo il suo potenziale, quindi abbassando le probabilità di falsi segnali, vanno sfruttati due fattori contemporaneamente: l’uscita dello stocastico dalla zona di ipervenduto od ipercomprato, ed il tocco del grafico sulle trendline del canale all’interno del quale si trova. L’assenza di uno di questi due elementi non permette l’attuazione della strategia operativa con lo stocastico.

Applicazione nelle fasi di tendenza

Generalmente questo oscillatore non viene utilizzato per identificare zone di inversione del trend principale, in quanto risulta essere più facilmente interpretabile nelle fasi di trend following.

Nel caso in figura, possiamo osservare come l’oscillatore ci dia un’idea della forza rialzista del prezzo, dal momento che stagna particolarmente a lungo nella zona di ipercomprato. Infatti, nel momento in cui si sposta in ipervenduto, ritraccia all’incirca la metà del primo movimento rialzista, offrendoci di fatto anche un’ottima entrata per seguire il trend rialzista in questo caso.

Operatività in divergenza

La situazioni in cui il grafico si trova in divergenza rispetto all’oscillatore, ovvero il movimento dello stocastico non rispecchia quello del prezzo, è piuttosto frequente, ed è un ottimo segnale operativo.

Nella prima fase del trend in esame, è possibile notare come lo stocastico, relativo ad una fase rialzista del mercato, tenda, invece che assecondarlo, a dirigersi verso l’ipervenduto. Nel caso in figura la possibilità di trend following ci è data dal momento in cui le medie mobili di riferimento dell’oscillatore, dopo aver apparentemente abbandonato la zona di ipervenduto vi rientrano, offrendo in questa circostanza un’occasione long. Viceversa se lo stocastico si fosse effettivamente diretto verso l’ipervenduto, probabilmente avremmo avuto una buona alternativa per operare in sell, dal momento che la divergenza avrebbe avuto comunque validità.